Flânerie è girovagare, per noi perdersi tra luoghi, pensieri, suggestioni. Ecco, quindi, una piccola flânerie quasi casuale tra letture che lasciano il segno. Tre piccoli consigli letterari, per un’immersione tra le pagine di un buon libro. Nessuna classifica, né un podio di romanzi preferiti: tre semplici suggerimenti da Flâneur, in ordine sparso e, in questo caso, a firma di Valentina Sala.
Sostiene Pereira (di Antonio Tabucchi)
Quante volte, per chi l’ha letto, torna la voglia di risfogliarne le pagine, di seguire il suo protagonista, Pereira, al Café Orquide per assaporare, almeno con la mente, un’omelette alle erbe aromatiche, di assistere, ancora una volta, a quel suo metodico tram tram quotidiano, il tutto in una Lisbona rovente, accecata non tanto – qui – dalla luce, quanto dal regime salazariano? Sostiene Pereira è un libro che rimane, che lascia quel fondo di malinconia, quasi una velata saudade che Antonio Tabucchi, così amante della sua casa d’adozione, ha saputo nascondere tra le pagine del suo capolavoro. Un romanzo fatto di attimi, di oggetti che ritornano: un afoso pomeriggio, un vecchio ventilatore rumoroso, un articolo culturale da scrivere, una limonata da sorseggiare. È la quiete di un uomo amante della letteratura e disinteressato alla politica; è il torpore di una città e di un Paese che paiono non porsi domande. Perché lì fuori, appena dietro la routine, ci sono Salazar, la polizia politica, la censura. E Pereira, fino ad ora quieto e solitario, dovrà presto farci i conti: l’incontro con una coppia di amanti rivoluzionari diventerà, per lui, la finestra su un mondo estraneo, sulla realtà che spaventa. E sarà il sangue a risvegliare dal lungo sonno.
La Cripta dei Cappuccini (di Joseph Roth)
Ma dove può andare Francesco Ferdinando Trotta una volta che il suo intero mondo, quello della Felix Austrie, è stato spazzato via dalla Grande Guerra e che ora si appresta a vivere il dramma dell’Anschluss alla Germania nazista? Anima senza più un posto dove andare, eccolo avvicinarsi, nelle ultimissime righe, alla Cripta dei Cappuccini, luogo in passato insignificante e ora simbolo, con le sue tombe degli Asburgo, di un mondo completamente cancellato dagli eventi del primo Novecento, e unica traccia familiare. Joseph Roth, cantone del mondo di ieri, di quell’impero austro-ungarico che si estendeva per tutta l’Europa centro-orientale, con La cripta dei Cappuccini ci porta proprio lì, nella Vienna e nell’Impero che sta per tramontare, tra caffè in cui rampolli perdigiorno tirano mattino, frivolezza e splendida decadenza, ma anche umanità e umiltà di chi, a differenza del protagonista, si guadagna da vivere con fatica. Un mondo fatto di tante nazionalità diverse, di paradossi, di un imperatore anziano e stanco, di piccole stazioni gialle tutte identiche, dislocate su un territorio immenso. E mentre la vita scorre lenta, il presentimento di sventura ci accompagna per tutta la lettura, con la morte che, come scrive Roth, intreccia le sue mani ossute sopra le teste dei protagonisti. Un presagio che avrà nello scoppio della prima guerra mondiale il suo compiersi: le continue ritirate sono armi puntate alla testa dell’Impero, l’esito della Guerra il colpo mortale. Il mondo di ieri lascia il posto allo spaesamento, a un oggi che, per il protagonista, pare senza riferimenti.
Middle England (di Jonathan Coe)
Un libro divorato all’indomani del referendum su Brexit, prezioso per comprendere un Paese lacerato, diviso davvero in profondità, dove il politically correct si carica di connotazioni negative, dove l’altro è diverso, pericoloso. Con Middle England si fa un tuffo nell’Inghilterra che non ti aspetti, quella distante da Londra e dall’Europa, che assiste attraverso il filtro televisivo alle rivolte del 2011, alle Olimpiadi di Londra 2012, all’assassinio di Jo Cox e che fatica a ricucire un legame tra passato, presente e futuro: fabbriche un tempo orgoglio nazionale ora demolite, fenomeni migratori, disorientamento di un popolo che si squarcia. È un’Inghilterra di mezzo, in bilico, dove le posizioni sono inconciliabili, il dialogo impossibile. Un mondo polarizzato, quello che scorriamo in queste pagine e che viviamo ogni giorno: diviso da una politica che estremizza e in cui fa la sua comparsa l’attuale premier, vive lo scontro tra città che corrono e guardano al futuro e piccoli centri diffidenti e volti al passato, tra idealismo e cinismo, tra apertura e chiusura. E per raccontarcelo, Jonathan Coe ci fa nuovamente incontrare alcuni personaggi già amati dai lettori di La banda dei brocchi e Circolo chiuso, che qui tornano a distanza di anni per fare i conti non solo con un paese diverso da quello che conoscevano, ma anche con le loro personalissime trasformazioni, con l’età che avanza, la passione di gioventù ora placata.
Valentina Sala