OLGINATE – Una serata dedicata al teatro di Carmelo Bene, con l’artista croata Xena Zupanic e il suo Beatrix – Il mio Bene e il poeta, musicista e con l’attore Massimo Arrigoni a interpretare, proprio come il celebre attore, drammaturgo e regista salentino, brani di Majakovskij. Prosegue così, con un appuntamento che pone al centro il teatro, Incontri d’autore, editoria poesia musica e performance, la rassegna promossa dall’Associazione Santa Maria la Vite-Giuditta Podestà e dal Comune di Olginate. In programma per sabato 22 giugno alle 21 nella sala della conchiglia dell’ex convento di Santa Maria la Vite di Olginate e condotto da Giuseppe Leone, l’evento avrà per protagonisti due artisti poliedrici, insieme nel ricordare il grande attore italiano.
Attrice sia teatrale che cinematografica, modella, l’artista di origini croate Xena Zupanic è «un’inarrestabile macchina performativa – come spiegano gli organizzatori della serata – dentro e fuori scena, che Carmelo Bene vedeva come l’incarnazione della Beatrice dantesca». Laureata in Filosofia e Storia dell’Arte all’Università di Zara e diplomata all’Accademia d’arte drammatica di Zagabria, ha frequentato la scuola superiore di cinema e televisione di Zagabria e la scuola di recitazione “Quelli di Grock” di Milano ed è autrice del volume Beatrix – Il mio Bene (Viv edizioni), «un dialogo – come afferma lei stessa – con il Bene, sul monte laico di Carmelo, schiaffeggiando un logos, sempre nel buio, logorroico e assente. È possibile morire, è possibile risorgere, chiedo a Carmelo, il Bene nostrano. Chi risponde, chi ci salva, adesso, quando da tempo sento il tempo temporeggiare».
Accanto alla performer, come detto, quello che da Incontri d’autore definiscono un artista interdisciplinare di drammaturgie poetiche. Poeta sonoro, musicista, attore, autore e regista, per l’occasione Massimo Arrigoni si cimenterà con i versi di Vladímir Vladímirovič Majakóvskij, poeta al quale lo stesso Bene ha dedicato il suo celebre Spettacolo-concerto Majakovskij. A piena voce e Nuvola in calzoni nella traduzione italiana di Angelo Maria Ripellino: due poemi che Arrigoni leggerà senza smarrire, come spiega Giuseppe Leone, «la tecnica di lettura di Carmelo Bene, che proprio su questi testi segnava le sue distanze da Antonin Artaud, dalla sua “fonazione atroce”, per precisarla meglio, ad un livello superiore di consapevolezza tecnica. Due stili dialetticamente opposti, che Arrigoni sente, però, come complementari, consapevole che entrambi non fanno che dilatare le possibilità espressive della voce, ritualmente Artaud, culturalmente Carmelo Bene».
L’ingresso è libero.