LECCO – Tra spinte surrealiste ed espressioniste, un regista che ha osservato la realtà umana e sociale, contrapponendo verità e mistificazione. Il prossimo appuntamento con il corso Capire la storia del cinema dell’associazione DinamoCulturale conduce alla scoperta di una singolare personalità del cinema francese: Georges Franju. In programma per mercoledì 28 marzo alle 21, come sempre al Laboratorio aperto! del Centro Polifunzionale di via dell’Eremo (a Lecco), la lezione avrà per relatore Giulio Sangiorgio, critico cinematografico e uno degli ideatori del corso in questione. Sarà lui, quindi, a raccontare un regista e sceneggiatore che, partendo dal documentario, ha nel corso della sua attività cinematografica sviluppato uno sguardo sulla vita quotidiana, così da svelarne «l’inquietante mistero, l’amara crudeltà e – come anticipano gli organizzatori – il profondo orrore. Arricchendo la sua cifra stilistica di pulsioni surrealiste e risonanze espressioniste, trovò nell’ambito dei generi cinematografici tradizionali un equilibrio tra realismo e fantastico che costituì un tratto fondamentale della sua opera».
Un cineasta, Franju, che dopo essersi occupato di scenografia teatrale e aver lavorato per le Folies Bergères e il Casino di Parigi, nel 1936 è fondatore insieme ad Henri Langlois della storica Cinémathèque française. Poi, come anticipato, la realizzazione di numerosi cortometraggi documentari, lavori che danno l’idea della sua capacità di osservare la realtà, e nel ’58 l’esordio nel lungometraggio con La tête contre les murs (La fossa dei disperati), film tratto dal romanzo di H. Bazin e che svela le contraddizioni che si celano dietro la facciata perbenista borghese. E ancora quello che, forse, è il suo lavoro più famoso: Les yeux sans visage (1960; Occhi senza volto), «audace horror gotico – come si legge nell’Enciclopedia del Cinema Treccani – sul delirio di un chirurgo intenzionato a ricostruire il volto della figlia, deturpato in un incidente, prelevando la pelle dal volto di malcapitate ragazze da lui rapite e torturate», seguito da numerose altre opere, spesso ispirate a romanzi di grandi autori francesi, da Jean Cocteau a Zola.
La lezione è a ingresso libero.