MILANO – C’è la Parigi peccaminosa, quella della vita notturna, dei caffè concerto, delle ballerine e delle prostitute. C’è la gente comune, la vita quotidiana di fine Ottocento in una città sfavillante e insieme contraddittoria, che abbraccia la modernità e che su colorati, ammalianti manifesti pubblicitari racconta un po’ di se stessa. Oltre 200 opere, dai dipinti alle litografie, passando per acqueforti e affiches, narrano l’evoluzione stilistica di un artista di origine aristocratica ma testimone della Parigi dei bassifondi, delle case chiuse, dei cabaret. Si tratta de Il mondo fuggevole di Toulouse-Lautrec, la mostra monografica che Palazzo Reale di Milano dedica al pittore bohémien che, senza aderire a una scuola precisa, seppe costruire un nuovo e provocatorio realismo, sintesi estrema di forma, colore e movimento.
In programma sino al 18 febbraio 2018, l’esposizione è curata da Danièle Devynck (direttrice del Museo Toulouse-Lautrec di Albi) e da Claudia Beltramo Ceppi Zevi ed è promossa e prodotta da Comune di Milano-Cultura, Palazzo Reale, Giunti Arte Mostre Musei ed Electa, in collaborazione con il Musée Toulouse-Lautrec di Albi. Più di 200 opere, dicevamo, provenienti dal Musée Toulouse-Lautrec di Albi, città d’origine di Henri de Toulouse-Lautrec, e da importanti musei e collezioni internazionali, oggi a Milano per raccontare l’intero percorso artistico e i tratti di straordinaria modernità del pittore francese. In mostra, tra le altre opere, la serie completa di tutti i 22 manifesti realizzati da Toulouse-Lautrec, accompagnati da studi e bozzetti preparatori: straordinari ritratti dei personaggi e del mondo dei locali notturni di Montmartre, dal Moulin de La Galette al Divan Japonais, dalla celebre Goulue a Jane Avril.
Divisa in sezioni tematiche, la mostra milanese prende avvio con la parte che analizza il rapporto tra l’artista francese e l’invenzione della fotografia e con il periodo di formazione, durante il quale a catalizzare l’attenzione sono i ritratti di animali come cani e cavalli e, poco oltre, di donne: ritratti, questi ultimi «che nel contrasto fra i colori di fondo e la parete, nella costruzione del nudo o, ancora, nell’evidenziazione sensuale delle calze nere in una ragazza giovane e pudica rivelano già – come spiegano dalla mostra – l’immagine della donna di cui Toulouse-Lautrec sarà l’artefice».
Protagonista indiscusso, poi, l’immancabile quartiere di Montmartre, sobborgo parigino ricco di cabaret, trattorie, caffè concerto e sale da ballo in cui si davano appuntamento poeti, scrittori, attori, artisti e gente del popolo. Un quartiere trasgressivo e in cui Toulouse-Lautrec va a rintracciare la psicologia di quanti vi lavoravano: eccolo ritrarre, quindi, i locali di Montmartre e i suoi protagonisti, dagli attori alle ballerine.
Ma è il rapporto con le “ragazze” delle maison close a meritare un approfondimento a sé: in mostra, infatti, anche la serie Elles, dedicata alla descrizione della vita nelle case chiuse. «Rappresentate nei gesti semplici della loro vita quotidiana, le ragazze delle maison – si legge nella presentazione dell’esposizione – sono descritte qui con la massima aderenza alla loro realtà umana. Le prostitute immortalate nei dipinti di Toulouse-Lautrec non distolgono lo sguardo né tentano di sedurre. Al contrario, il loro comportamento è naturalmente sincero e spontaneo, libero da vergogna o falsa modestia, quasi ignaro, si può dire, del proprio potere di suscitare desiderio». Infine, com’è d’obbligo, una sezione dedicata alle affiches pubblicitarie, strumento della modernità che l’artista seppe sviluppare in modo innovativo, e uno spazio dedicato a rare e preziose stampe di maestri giapponesi.
Per informazioni: www.palazzorealemilano.it/wps/portal/luogo/palazzoreale/mostre/inCorso/TOULOUSE_LAUTREC