MALGRATE – Oltre trecento pagine per raccontare vicende, aneddoti e curiosità legate alla famiglia degli Agudio, al loro celebre palazzo affacciato sul lago, a coloro che nel corso dell’ultimo quarto di millennio ne hanno varcato il grande portone d’ingresso e, naturalmente, al borgo malgratese. Si tratta di Un casato Trasformato. Gli Agudio di Malgrate e un palazzo di lago (in quattro atti), volume voluto e promosso da Anna Maria Consonni e nato dalla penna degli autori Francesco D’Alessio, Andrea Fabi e Gianfranco Scotti. Un libro, ancora, che sarà presentato al pubblico nel pomeriggio di venerdì 24 novembre, quando a partire dalle 18, presso il Nuovo Convegno Parrocchiale di Malgrate (via S. Antonio 10), gli autori dialogheranno proprio sugli Agudio e sulle vicende storiche e artistiche del palazzo Agudio-Consonni, quello che, per intenderci, domina il paesaggio di Malgrate dal lago. Un evento che avrà come moderatore il giornalista Giorgio Cortella e che sarà intervallato da piccoli momenti poetici e musicali.
Numerose le tematiche che saranno affrontate nel corso della presentezione: si parlerà, com’è ovvio che sia, di Malgrate, abitato le cui vicende sono storicamente legate a quelle del casato degli Agudio: una famiglia arcaicamente del luogo e che «fin da tempi remoti – così gli organizzatori della serata – si moltiplicò in ramificazioni fra loro molto diverse per status, censo e preminenza sociale». E si parlerà di loro, gli Agudio, negli anni saldamente presenti nei più svariati ambiti sociali e professionali: pescatori e barcaioli, osti e albergatori, falegnami e trasportatori, notai e sacerdoti, setaioli, produttori di pasta e commercianti di granaglie, degli Agudio si trova traccia realmente ovunque.
«Nel volume – precisano i promotori – si approfondiscono in particolare le vicende familiari ed economiche degli Agudio-Andreetti, degli Agudio-Carpani, degli Agudio imprenditori della seta (cui si deve la costruzione del palazzo oggi sede del municipio di Malgrate), e altri ancora. Il ceppo dalle vicende più animate fu però quello soprannominato Stamél, da cui uscì il canonico Giuseppe Candido Agudio». Una fortuna economica e una rilevanza sociale che questo ramo del casato raggiunse in particolare nel corso del Settecento e che sono tuttora chiaramente visibili nel palazzo Consonni, affacciato sul lago e riformato tra il 1764 e il 1766 in perfetta adesione alla cultura e agli ideali del periodo. Un palazzo che, come anticipato, è uno dei principali perni visivi e paesaggistici della riva malgratese del Lario, la cui ricostruzione nelle forme attuali terminò nel 1766 e che dal 1767 – esattamente duecentocinquanta anni fa – divenne meta di villeggiatura per la famiglia.