LECCO – Cinque tappe in Italia, tra cui una a Lecco. Per festeggiare i due anni di apertura, la Libreria Volante di via Bovara ospita la scrittrice statunitense Elisa Albert. Un evento speciale fissato per giovedì 8 giugno alle 19.30 nella libreria lecchese; un’occasione per conoscere l’autrice di Baby Blues, romanzo edito da Marsilio e che, come il titolo stesso lascia immaginare, tratta di quel dopo parto che non tutte le madri vivono allo stesso modo. «Alla Libreria Volante – commentano le titolari del negozio lecchese – giovedì 8 giugno sarà festa grande. A due anni dell’apertura, festeggiamo con una grande autrice americana: Elisa Albert, in Italia con un breve tour. A presentarla sarà Gioia Guerzoni, traduttrice del libro, colei che ha dato la voce italiana a Elisa».
Protagonista del terzo romanzo della Albert è Ari, donna che a distanza di un anno dalla nascita di suo figlio non si è ancora ripresa, né psicologicamente né fisicamente. Una tesi di dottorato da terminare, un marito immerso nel lavoro e nella carriera, un trasloco dalla Grande Mela alla tranquilla provincia: il mondo di Ari è cambiato e lei non sembra trovare una sua dimensione.
«Ari – si legge nella presentazione del romanzo – è come un albero senza radici, in lotta per non fare appassire i suoi rami. Nel suo animo non sembra esserci spazio per la gentilezza, il suo linguaggio è crudo, il suo sguardo sul mondo, e soprattutto sulle donne della stessa età, è disincantato, a volte perfino feroce», almeno sino a quando vicina di casa diventa Mina, ex star di un’oscura rock band, incinta di nove mesi. Un cambiamento che può essere nuovo punto di partenza, perché per Ari questa nuova amica è modello di femminilità riuscita, di donna spregiudicata e indipendente, poco interessata a essere una mamma perfetta.
Un tema, quello della maternità, che viene qui affrontato con crudezza: «con una prosa viscerale, a tratti rabbiosa, e con scandaloso humour, Elisa Albert – si legge ancora – consegna un ritratto di donna contemporanea scissa tra gli obblighi da cui si sente circondata: maternità, matrimonio, emancipazione femminile, complicità (e odio) tra coetanee. Ne nasce un grido liberatorio che sprigiona tutta l’energia necessaria per riuscire a tirare avanti, ritrovarsi, ricostruire».