LECCO – Il cinema italiano di ieri e di oggi protagonista di due rassegne cinematografiche. Per gli appassionati di cinema ecco una serie di nuovi appuntamenti dedicati proprio alla settima arte e promossi ancora una volta dall’associazione Dinamo Culturale, che dopo aver concluso il ricco calendario 2015-2016 del corso Capire la storia del cinema, questa volta volge il suo sguardo sulle produzioni nostrane. Due diversi focus – Cinema italiano, oggi e Cinema italiano, ieri – per approfondire autori e film d’eccellenza nel panorama contemporaneo e per riscoprire gioielli nascosti, spesso dimenticati, nella storia del nostro cinema.
Taglio del nastro affidato alla prima delle due rassegne, Cinema italiano, oggi, che di mercoledì in mercoledì sera (dalle 21), sempre presso il Laboratorio aperto del Centro sociale di via dell’Eremo, a Lecco, permetterà di «conoscere – così anticipano i promotori – lavori acclamati nei festival di tutto il mondo, incontrare i registi vis à vis, fare il punto sul meglio dell’arte cinematografica contemporanea». Un omaggio, quindi, a registi e opere innovative per linguaggio, distribuzione e produzione, «una festa per il cinema italiano, ma con film che nei cinema sono invisibili». Si parte mercoledì 18 maggio 2016 con la proiezione de L’infinita fabbrica del Duomo, documentario industriale presentato in prima mondiale al Festival di Locarno. Una serata, quella del 18, che vedrà la presenza anche degli autori Massimo D’Anolfi e Martina Parenti, definiti dagli organizzatori come i migliori documentaristi italiani: «la storia della Veneranda Fabbrica del Duomo – spiegano – e il processo d’infinito restauro della cattedrale in una potentissima sinfonia audiovisiva che racconta, soprattutto, il rapporto tra quel che è mortale e quel che è immortale». Secondo appuntamento con Cinema italiano, oggi in programma, poi, per il 25 maggio. A intervenire saranno Gianluca e Massimiliano De Serio, autori del loro I ricordi del fiume, documentario presentato in prima mondiale alla Mostra di Venezia in cui i due fratelli registrano per più di due anni la vita del campo rom Platz lungo il fiume Stura, restituendo «con preciso e pudico nitore – riprendono i promotori – quello che è veramente un campo rom: un film che fa dell’estetica, della giusta distanza che tiene tra l’occhio e il mondo, il suo principio etico». Omaggio a Virgilio Villoresi, invece, il primo di giugno. Eccellenza artigianale dell’animazione italiana e talento surrealista conteso dalle maggiori case pubblicitarie, Villoresi sarà il protagonista di una serata che vedrà intervenire un suo fine studioso: Luca Pacilio. Chiude la rassegna, infine, Luca Ferri, che l’8 di giugno presenta Cane caro e Abacuc, «cronache dalla fine del mondo, viaggi tra le rovine della cultura occidentale e principi di un nuovo sentimento, residuale, e fortissimo».
Uno sguardo allo scenario attuale e uno, come anticipato, al passato. Il giovedì sera alle 21, a Palazzo delle Paure, l’appuntamento è con Cinema italiano, ieri: quattro film per riscoprire autori dimenticati i misinterpretati, «un cinema – come lo definiscono da Dinamo Culturale – acido e satirico, surrealista e polemico, fieramente contro». Si parte il 19 maggio con la versione estesa di L’uomo dei cinque palloni di Marco Ferreri, ovvero Break up, storia di un industriale del cioccolato ossessionato da un palloncino pubblicitario: quanto è possibile gonfiarlo prima che si rompa? «Un film maledetto, drasticamente tagliato al tempo dal produttore Carlo Ponti e ridotto a episodio del collettivo Oggi, domani, dopodomani. Un ritratto corrosivo sulla società dei consumi, un paradosso ficcante con protagonista Marcello Mastroianni, diretto da uno dei massimi autori della modernità cinematografica italiana: Marco Ferreri». Ammirato da Fellini e Moravia ma regista dimenticato, ad Augusto Tretti sarà dedicato il secondo appuntamento della kermesse: il 26 maggio sarà la volta, infatti, di La legge della tromba, «gioco irresistibile di un cinema comico che è recita amatoriale e sfregio parodico, storia di miserie in cui al posto di Charlot c’è una cuoca vera en travesti». Il 2 giugno tocca a La veritàaaa, unico film da regista di Cesare Zavattini, padre e teorico del neorealismo italiano nonché interprete principale di questa «delirante utopia, satira scomposta e geniale sulla televisione, elogio della follia anticonformista, racconto fanciullesco sulla ricerca della pace nel mondo: un film-manicomio, uguale a nient’altro, in cui è messa alla prova la rivoluzionaria idea zavattiniana, ovvero quella di un cinema prodotto dal basso, a misura d’ogni uomo».
Ultimo appuntamento del giovedì, infine, Action di Tinto Brass, fissato per il 9 giugno. Una pellicola, questa, che è spartiacque tra i film d’impegno sociale e quelli erotici firmati dal regista: «opera di cinema e anarchia, mix tra linguaggio nouvelle vague e farsa rancorosa, un La grande bellezza ante-litteram, smontaggio triviale della retorica della società dello spettacolo e sberleffo risentito al velleitarismo delle élite culturali, con protagonista un attore ridotto (come capiterà al cinema di Brass stesso) alla mercificazione ultima, quella sessuale».
L’ingresso è libero. Di seguito il calendario: