LECCO – I numeri della prevendita lo avevano preannunciato già da alcune settimane e, come da copione, il sold out tanto annunciato è stato confermato anche dai fatti: nella sera di venerdì 6 maggio Davide Van De Sfroos ha fatto letteralmente il pienone al Cenacolo Francescano di Lecco, in occasione del primo dei due concerti in programma per sostenere la manifestazione a scopo benefico Note di Condivisione.
Un binomio vincente, quello di musica e solidarietà, che ancora una volta – e ormai sono parecchi anni che questo avviene – ha legato a doppio filo il nome del cantautore lombardo all’associazione “A força da partilha” e al suo vulcanico fondatore, don Marco Tenderini. Fine ultimo del concerto di Van De Sfroos – che attualmente sta girando l’Italia accompagnato dal giovane gruppo lecchese degli Shiver e che proprio a Lecco replica con una seconda data anche sabato 7 maggio – era quello di raccogliere fondi da destinare ai numerosi progetti di solidarietà portati avanti negli anni tra Brasile e Africa dai volontari dell’associazione, come sottolineato dallo stesso don Marco a inizio serata: «A força da partilha è un’avventura iniziata ormai diciotto anni fa in Brianza per aiutare gli ultimi, i poveri e gli emarginati di alcune zone del sud del mondo; per questo abbiamo dato vita alla manifestazione Note di condivisione, che tramite concerti, serate e tanti amici oggi approda a Lecco. Quella di oggi è la prima edizione di Note di condivisione a Lecco e sono contento di lanciarla con il diciassettesimo concerto di Davide Van De Sfroos, un amico che nel tempo ha sposato la nostra causa, un amico che presta la sua musica insieme ad altri e nuovi amici, gli Shiver, già incontrati e premiati qualche anno fa con il Premio Beppe Gentile». «Davide – ha concluso don Marco – l’ho conosciuto indirettamente nel 1994 ascoltando l’audiocassetta di Manicomi, poi dal 1999 l’ho pressato affinché suonasse per la nostra manifestazione a Cernusco Lombardone: da allora non ha più smesso. Mi piace perché è vero, genuino, conosce il valore della terra da cui proviene e come me è legato alle sue radici».
Quindi, dopo l’apertura affidata al cantautore Marco Cagliani e al suo progetto contro la guerra e la piaga dei bambini-soldato, è stata la volta della musica, delle canzoni e delle storie intrise di lago e dialetto raccontate da Davide Van De Sfroos: «dopo molte soddisfazioni sentivo il richiamo della semplicità e il ritorno a casa – così ci raccontava lo stesso artista qualche giorno fa parlando della collaborazione con gli Shiver e del ritorno al folk delle radici (qui la nostra intervista) – volevo vedere com’ero diventato e vedere come ci sarebbe stata la musica nel mio giardino. Per fare questo avevo bisogno di una guida, che avesse la visione di un giovane, con quella luce e quell’energia necessaria per intraprendere un viaggio di questo tipo».
E guardando le canzoni suonate nella prima data lecchese, il ritorno alle radici c’è stato eccome: brani come Pulenta e galena fregia, La balada del Genesio, Il figlio di Guglielmo Tell, Caino e Abele, Sciuur Capitan, La curiera, El diavul o la conclusiva Ninna nanna del contrabbandiere hanno letteralmente fatto esplodere i fans della prima ora così come quelli che si sono avvicinati da poco alla musica del cantautore laghèe. Tra gli ormai mitici brani degli esordi e alcuni passaggi estrapolati dalle pubblicazioni più recenti – Goga e Magoga, Yanez, New Orleans, Il minatore di Frontale, Nona Lucia o La machina del Ziu Toni – il concerto è stato un susseguirsi di emozioni e un reciproco coinvolgimento tra musicisti sul palco e spettatori in sala, che hanno dimostrato a più riprese di gradire e apprezzare il nuovo FolkCooperaTour portato in giro da Van De Sfroos e dagli Shiver. Una condivisione totale di quella felicità che, unita alla solidarietà alla base della serata, ha mandato a casa tutti contenti e soddisfatti: in fondo è proprio questo spirito di condivisione la vera forza che contraddistingue da sempre l’associazione “A força da partilha” e i concerti organizzati negli anni all’interno della manifestazione “Note di Condivisione”.
Matteo Manente