MILANO – La ricerca di terre primitive e incontaminate, dalla Bretagna alla più esotica Tahiti, raccontata attraverso una settantina di opere di Paul Gauguin ma anche artefatti e immagini che documentano i luoghi che sono stati inesauribile fonte d’ispirazione per l’artista. Il Museo delle Culture di Milano ospita la mostra Gauguin. Racconti dal paradiso, un percorso che sino al 21 febbraio 2016 permette di conoscere meglio le fonti figurative dell’arte del celebre pittore francese, che nel corso della sua carriera d’artista sceglie più volte di andare alla ricerca di una vita per lui migliore, non corrotta, autentica. Terre più o meno lontane, dalla francese Bretagna in cui l’attaccamento alle tradizioni è nell’Ottocento ancora intatto, alla Polinesia, in particolare Thaiti, i cui paesaggi e la cui popolazione tanto incantano l’artista. Una mostra, quella milanese, prodotta da 24 ORE Cultura – Gruppo 24 Ore in collaborazione con Ny Carlsberg Glyptotek, promossa dal Comune e da 24 ORE Cultura e curata da Line Clausen Pedersen e Flemming Friborg.
Circa settanta, come anticipato, le opere esposte a Milano e provenienti da dodici musei e istituzioni private internazionali, prima tra tutte la Ny Carlsberg Glyptotek di Copenhagen, realtà che ospita una delle più complete collezioni al mondo di opere di Paul Gauguin. Trentacinque, infatti, i lavori in mostra provenienti proprio dal museo danese, tra cui la celebre Vahine no te Tiare (Donna con fiore), «uno dei primi dipinti – spiegano dal museo milanese – che l’artista inviò in Francia da Tahiti nel 1891, come opera ambasciatrice di una nuova arte radicale “made in Polinesia”».
E poi ancora, per la prima volta in Italia, l’Autoritratto con Cristo Giallo, custodito al Musèe d’Orsay di Parigi, e Mahana no atua (Giorno di Dio) dell’Art Institute of Chicago, entrambi testimonianza della fascinazione di Gauguin per l’arte primitiva, per un mondo quasi primordiale. In aggiunta alle opere, poi, una raccolta di artefatti e immagini che documentano i luoghi visitati dall’artista: un modo, quindi, per avvicinarsi a Gauguin, per conoscere meglio, come sottolineano dalla mostra, le sue fonti figurative, «dall’arte popolare della Bretagna francese all’arte dell’antico Egitto, da quella peruviana delle culture Inca, passando per la cambogiana e la javanese» e, infine, per l’immancabile vita e cultura polinesiana. «È attraverso il confronto tra alcuni capolavori dell’artista e le sue fonti d’ispirazione – continuano – che la mostra si prefigge di dimostrare il suo approccio peculiare e originale al primitivismo».
INFORMAZIONI – Fino al 21 febbraio 2016, Museo delle Culture di Milano (via Tortona 56). La mostra è aperta il lunedì dalle 14.30 alle 19.30; il martedì, il mercoledì, il venerdì e la domenica dalle 9.30 alle 19.30; il giovedì e il sabato dalle 9.30 alle 22.30. Biglietti: 12 euro intero, 10 euro ridotto. Per informazioni: www.mudec.it.