Isabella “Izzy” Patterson è una prostituta che un giorno cambia vita e diventa attrice teatrale dopo aver stretto un patto con un regista teatrale, Arnold Albertson. Un giorno Izzy si presenta a Broadway per un provino e da quel momento metterà in subbuglio la vita di molte persone….
LECCO – Uscito a fine ottobre e ancora nelle sale per alcune settimane, Tutto può accadere a Broadway è la nuova fatica del maestro Peter Bogdanovich, che ci regala una brillante commedia corale americana come poche volte siamo stati abituati a vedere negli ultimi anni. Protagonisti della vicenda sono il biondo regista di Broadway Arnold Albertson (Owen Wilson) e la giovane prostituta Izzy Patterson (Imogen Poots): è proprio durante il loro incontro in un albergo che Arnold riesce a far promettere alla ragazza che smetterà di fare quel lavoro e che si impegnerà per sfondare come attrice. Per convincere definitivamente la ragazza, l’uomo le dona ben 30 mila dollari.
Da lì Izzy cambia vita, cercando con tutte le sue forze di tenere fede alla promessa data. Un giorno la ragazza si presenta, a insaputa del regista, a un provino per uno spettacolo di Broadway in cui, oltretutto, dovrebbe recitare il ruolo di escort. È il secondo incontro tra i due: un detonatore impazzito che coinvolgerà anche altre persone: lo sceneggiatore dello spettacolo Joshua Fleet (Will Forte), fidanzato con una nevrastenica e gelosa psicoterapeuta, Jane Claremont (Jennifer Aniston), s’innamora perdutamente di lei, mentre la star Seth Gilbert (Rhys Ifans), da sempre invaghito della moglie di Arnold, l’attrice Delta Simmons (Kathryn Hahn), cerca di mandare a monte il matrimonio del regista per poter finalmente accogliere fra le sue braccia la donna da sempre desiderata.
Tutto o quasi funziona nella pellicola di Bogdanovich. Nonostante proponga una sceneggiatura abbastanza canonica, così come canonico rimane lo sviluppo della trama, Tutto può accadere a Broadway rimane un vero e proprio bigino di screwball comedy, piena, com’è, di gag ed equivoci che mantengono salda l’attenzione dello spettatore fino alla fine. L’armonia del film nasce anche dall’ottimo contributo di un cast raramente azzeccato in ogni sua componente. La bravissima Imogen Poots è perfetta nel bilanciare fragilità e sfrontatezza del suo personaggio, così come Jennifer Aniston sorprende in un ruolo che finalmente non la limita nel solito cliché di donna svampita o provocante.
Bogdanovich regala due ore di sano divertimento politicamente scorretto, irriverente e intriso di citazioni, confermandosi l’autore americano più adatto a omaggiare lo sfarzo e l’opulenza di un cinema anni Trenta tanto malinconicamente osservato da lontano, con rimandi nemmeno troppo velati ai grandi amori della Hollywood di metà secolo alla Arthur Miller/Marilyn Monroe, insieme ai nostalgici ricordi dell’ultimo capolavoro di Ernest Lubitsch, Fra le tue braccia, da cui viene tratta la famosa battuta degli scoiattoli e le noci (in chiusura del film persino la scena originale). Guardando Tutto può accadere a Broadway è inevitabile pensare come Bogdanovich riesca nella complessa mission di sfornare un lavoro degno del suo prestigioso nome, al contrario di altri illustri colleghi che da tempo faticano a bilanciare quantità e qualità (ogni riferimento a Woody Allen non è per nulla casuale…).
A tredici anni dalla sua ultima fatica su grande schermo, il regista di capolavori assoluti come L’ultimo spettacolo, affascinanti road movie come Paper Moon – Luna di carta e commedie memorabili come Ma papà ti manda sola?, conferma l’enorme talento nell’onorare un cinema che fu, paradossalmente affermando il consueto limite nello sviluppare una filmografia che sia autonoma e che parli un idioma non così prepotentemente e malinconicamente figlio di altri linguaggi cinematografici.
Davide Sica