ARCHIVIO – “Il re si diverte”, una rilettura del testo di Hugo chiude “L’ultima luna d’estate”

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residiverte_3MONTEVECCHIA – Dopo sedici giorni di programmazione ricca e ininterrotta, domenica 13 settembre cala il sipario su L’ultima luna d’estate: a concludere l’edizione 2015 della rassegna teatrale promossa da Teatro Invito toccherà allo spettacolo Il re si diverte, a cura della compagnia Scenaperta. L’inizio dello spettacolo, che si terrà presso la Cascina Butto di Montevecchia (località Butto, 1), è previsto per le 21.30. In caso di maltempo, si svolgerà invece presso il Teatro parrocchiale di Montevecchia, in via Belvedere.

Nato dalla riscrittura di Le roi s’amuse di Victor Hugo, Il Re si diverte deve la sua genesi a un lungo e approfondito studio teatrale ad opera di Maddalena Mazzocut-Mis, da tempo impegnata in studi legati all’estetica del brutto e del mostruoso. Al centro di questa rilettura teatrale c’è naturalmente Triboulet, il buffone gobbo descritto da Hugo e reso ancor più celebre dalla versione operistica data da Giuseppe Verdi nel Rigoletto. L’opera di Hugo narrava una vicenda di forte amoralità, con un re egoista e crudele, uno storpio buffone di corte e uno stuolo di cortigiani sottomessi che però si vendicano delle burle del buffone colpendolo nel suo unico affetto, quello per la figlia segreta Bianca, rapita e sedotta dal re pensando che fosse l’amante del gobbo, che di conseguenza finisce per impazzire.

residiverte_4Rispetto all’originale di Hugo e alla versione melodrammatica di Verdi, il lavoro della Mazzocut-Mis si è preoccupato di rendere la vicenda il più cruda e scarna possibile, così da sottolinearne meglio gli elementi tragici e mostruosi. Il monologo che scaturisce prende le mosse dalla fine del dramma di Hugo, partendo da quel buco nero dell’anima che inghiotte il gobbo Triboulet alla fine dell’opera e spostando il dualismo tra la figura di Bianca e quella del padre all’interno del corpo di Rigoletto. Straziato dal dolore, Triboulet si muove sul filo del rischio estremo tra possibilità di redenzione e perdizione; in questo modo, il personaggio che va in scena appare come qualcosa di molto simile a chi gli sta di fronte, un’entità che invita gli spettatori a rendersi conto che nessuno è definitivamente salvo o al riparo, portandoli infine a fare i conti con quell’anima che troppe volte non viene ascoltata.

Informazioni tecniche: testo di Maddalena Mazzocut-Mis tratto da Le roi s’amuse di Victor Hugo; rielaborazione delle musiche verdiane a cura di Azio Corghi; con Paola Vincenzi; regia di Paolo Bignamini; scene e aiuto regia di Francesca Barattini. Per info: www.teatroinvito.it

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